Addio a Carlo Colla. Il ricordo del sindaco Giuliano Pisapia e degli assessori.

Milano oggi si stringe intorno alla celebre famiglia di marionettisti milanesi.

Giuliano Pisapia: "La sua attività, insieme a quella degli altri eredi, ha caratterizzato lo scenario culturale milanese e italiano, recuperando negli anni ‘60 il materiale teatrale che ha permesso il ritorno sulla scena della loro produzione artistica.
Questa storica compagnia, che affonda le proprie radici addirittura ai primi dell’Ottocento, è stata insignita dal Comune di Milano della Medaglia d’oro di civica benemerenza il 7 dicembre 1996. Colla ha fatto sognare grandi e piccini, portando la grande arte delle marionette anche fuori dai confini nazionali, come testimonia l’ultima tournée all’estero, alla quale aveva preso parte lo scorso settembre e che si è tenuta a Mosca. Milano ricorderà Carlo Colla continuando a coltivare l’eredità della sua opera e del suo genio".

Maria Grazia Guida: "Con la sua arte Carlo Colla ha rappresentato un punto di riferimento importante per i bambini di ogni generazione: le sue marionette di legno hanno preso vita grazie a lui e alla sua Compagnia, trasformandosi in personaggi, che ci hanno fatto crescere. Sono state dei ‘libri animati’, con un forte significato simbolico e una grande funzione pedagogica: seppur nella finzione della rappresentazione artistica, hanno insegnato e trasmesso ai più piccoli un’idea della realtà. Carlo Colla e la sua Compagnia hanno portato in scena non solo le favole più celebri, ma anche i classici della tradizione lirica, opere da ‘grandi’ ma a misura di bambino. L’incanto e la magia di questi spettacoli hanno avvicinato i giovani e giovanissimi al vasto mondo della cultura".

Stefano Boeri: "Quasi un secolo di arte e tradizione nella vita di Carlo Colla, grande marionettista che con il suo teatro ha esplorato tutto il repertorio: dall’opera al balletto, dal romanzo popolare alla fiaba, fino ai grandi classici. Una presenza importante sulla scena culturale del nostro Paese, di cui si era fatto recentemente ambasciatore, portando fino in Siberia le sue marionette con un testo importante come il Trovatore. Perché il suo talento era anche questo: quello di saper trasformare il grande teatro e i suoi testi a volte difficili e complessi in un linguaggio accessibile a tutti, facendo percepire comunque a grandi e piccini la bellezza e il senso di qualsiasi opera e svolgendo così un’importante funzione sociale di avvicinamento alla cultura. Per questo ci mancherà molto, anche se siamo certi che il suo teatro continuerà a vivere, per la gioia di tutti".


25/10/2011 - www.comune.milano.it

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