Teatro in lutto. Marionette orfane. Addio a Carlo Colla.

Si è spento a 76 anni. Boom di messaggi su Facebook.
"Sono molto triste ma mi piace pensare che farà vivere ancora i suoi personaggi da lassù". La bacheca Facebook della Fondazione Carlo Colla è un muro virtuale di pensieri e saluti (anche in inglese) indirizzati all'erede della dinastia dei marionettisti milanesi, scomparso ieri dopo un breve ricovero all'ospedale Fatebenefratelli. Carlo III Colla aveva 76 anni e da sempre seguiva la compagnia di famiglia come responsabile degli allestimenti tecnici. Il suo ultimo impegno da marionettista, insieme al cugino Eugenio Monti Colla, era stata la tournée di settembre a Mosca, che aveva raccolto ben 6mila spettatori.

Tutto nasce all'inizio del 1800, a pochi passi dal Duomo, nel vicolo San Martino. Dove sorgeva il palazzo del ricco commerciante di legna Giovanbattista Colla. Che, secondo la moda del tempo, aveva fatto costruire nella sua casa un teatro di marionette con scenografie e personaggi alti all'incirca 40 centimetri. Ma nessuno avrebbe mai immaginato che quello svago privato potesse trasformarsi poi in una vera e propria arte apprezzata anche all'estero.
Una forma d'arte si è legata, a partire dal 1906, al nome dello storico teatro Gerolamo, in cui la Compagnia di esibì stabilmente fino al 1957. Carlo Colla, allora, aveva 22 anni. E già si dilettava con i fili dei personaggi di legno. "Ricordo la mia zia che a cinque anni la domenica pomeriggio mi portava al teatro Gerolamo a vedere le marionette", racconta Enrico Beruschi, che di anni oggi ne ha 70. "Carlo l'ho conosciuto più tardi, al Piccolo Teatro" continua. "Abbiamo chiacchierato molto e lui mi ha detto che la mia voce poteva essere buona come voce narrante per i suoi spettacoli". In quel momento, prosegue Beruschi commosso per la notizia della morte, "ero emozionatissimo, ero tornato il bambino di tanti anni prima". E ancora, a distanza di più di sessant'anni, "proprio la scorsa domenica la mia nipotina di 3 anni è andata a teatro a vedere le marionette di Colla".
Una tradizione che accompagna generazioni di milanesi, grandi e piccoli, a partire dallo spettacolo Pietro Micca al teatro Gerolamo. Così chiamato proprio per via della marionetta Gerolamo della Crina, buffo personaggio in livrea rossa.
Il teatro, che ha chiuso i battenti nel 1983 per motivi di sicurezza, era l'unica sala d'Europa costruita per le marionette. "Rappresentava un po' la casa dei Colla" spiega Beruschi. E al Gerolamo, Franco Frigerio, che lo ha gestito fino al 1979, ha conosciuto il marionettista scomparso. "Era una persona molto colta - dice - ma soprattutto amante del suo lavoro" Un lavoro "che ha fatto sognare grandi e piccini", ha ricordato ieri il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Tanto che, da destra a sinistra, è stata chiesta l'iscrizione del marionettista al Famedio, il pantheon dei grandi nomi della città.
"Il mondo delle marionette viene amato dai piccoli, subìto a forza in età adulta quando si accompagnano i figli, e poi amato nuovamente in tarda età, quando si è più saggi" spiega Enrico Beruschi con un sorriso. "Non solo fanno ridere - dice - ma hanno una funzione sociale: aprono la mente e l'immaginazione".

Come vuole la consuetudine secolare degli ensamble teatrali, la compagnia Colla non cambierà i suoi programmi. Fino al 30 ottobre proseguono le repliche dei Promessi Sposi nell'Atelier di via Montegani. E, durante le feste di Natale, le marionette di Carlo Colla e famiglia faranno ancora sognare i milanesi al Piccolo Teatro Grassi. I suoi personaggi vivranno "ancora da lassù".

26/10/2011  di Lidia Baratta -  "Libero" ed. Milano



 

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